Sotto la guida di Carlo Vascotto, Fulbright Alumnus 2009-2010, è stato ideato il progetto Fubright Mentoring, un’opportunità unica per i candidati che, nella preparazione della documentazione per la domanda Fulbright, possono usufruire della consulenza di exborsisti esperti della materia.
Il seguente testo è un’estratto da una testimonianza di Carlo che ci racconta come la sua esperienza di candidato e di borsista lo abbia portato a ideare Fulbright Mentoring. A lui vanno i ringraziamenti della Commissione per il l’entusiastico, professionale nonché costante contributo nel far crescere la comunità di Fulbright. Carlo ha anche avuto il ruolo di facilitatore in una delle tavole rotonde organizzate durante il Fulbright Alumni Meeting dell’anno scorso e la foto dell’articolo è stata scattata proprio in quell’occasione. Grazie Carlo per il tuo prezioso contributo.
<<Nel 2009 dopo aver assistito ad una sessione informativa tenutasi presso il mio ateneo, decisi di preparare un progetto. In poco più di tre pagine avrei dovuto riassumere la mia idea, giustificare le ragioni per cui volessi andare proprio in quel laboratorio e quindi convincere i valutatori a finanziare il mio progetto. All’epoca avevo 32 anni e una limitata esperienza nello scrivere progetti di ricerca. Riponevo molte speranze in quella opportunità e perciò feci tutto ciò che mi era possibile affinché il risultato fosse quello atteso. Quando ebbi una bozza avanzata del progetto, presi un appuntamento con l’advisor della sessione informativa e riuscii anche a rintracciare una borsista degli anni precedenti che lavorava nel mio stesso campo. Lei fu molto disponibile nel rispondere alle mie domande fugando alcuni dubbi. La mia preoccupazione maggiore, però, era data dal fatto che ero uno studente con un assegno di ricerca, mentre tutti gli altri borsisti che avevo trovato nella mia ricerca erano ricercatori o professori: pensavo che questo aspetto potesse penalizzarmi. Lei lo capì e ricordo ancora ciò che mi disse: “Hai un progetto valido, ben scritto e parlando con te si capisce il tuo entusiasmo in quello che fai. Fallo capire ai valutatori e andrà tutto bene.”. Passata la prima selezione, fui convocato al colloquio e ricordo ancora che uno dei valutatori del ministero italiano mi chiese che ruolo ricoprivo nella mia università, ma la mia risposta non pregiudicò la selezione. Anzi, dopo alcune settimane arrivò la tanto attesa comunicazione: il mio progetto era stato approvato ed ero tra i 14 vincitori di quell’anno.
In anni recenti le borse di studio nella categoria Research Scholar vedono sempre più applicants di giovane età, non ancora strutturati nelle università’ di appartenenza. Questo implica che la loro esperienza nello scrivere progetti di ricerca è limitata se confrontata con quella di ricercatori e professori.
Da qui nasce l’idea di poter creare, in collaborazione con la Commissione Fulbright, una lista di alumni divisi in base alle tematiche di ricerca, che si mettono a disposizione per essere contattati e rispondere ad eventuali domande e dubbi di un candidato. Tutti abbiamo i nostri impegni e capisco che l’idea di aggiungere questa incombenza possa non essere molto allettante. Tuttavia, la Fulbright ci ha dato molto e questo potrebbe essere un buon modo per ripagare per quanto ricevuto e, al tempo stesso, aiutare un giovane entusiasta a vivere la nostra stessa esperienza>>.