Giuseppe Brancatelli è Professore Associato di Radiologia presso l’Università di Palermo dal 2006; nel 1999 è stato uno dei quattro borsisti Fulbright che ha beneficiato della borsa di studio Fulbright – Nicholas Green per attività di studio e ricerca nel campo della chirurgia dei trapianti presso il Medical Center dell’Università di Pittsburgh.
Nicholas Green era un bambino statunitentese di otto anni che nel 1994 rimase vittima di un tentantivo di rapina mentre si trovava in vacanza in Italia con la propria famiglia. Da quella tragedia i genitori – Margaret e Reginald Green – seppero però far rinascere la speranza donando gli organi del loro Nicholas per salvare la vita di altri sette bambini.
Nel 1999 per volontà dei genitori di Nicholas e attravero la Nicholas Green Foundation venne siglato con il Programma Fulbright in Italia il Fulbright – Nicholas Green Program che ha dato la possibilità a quattro medici italiani provenienti dal Sud Italia di specializzarsi in attvità di ricerca sui trapianti presso University of Pittsburgh. Obiettivo del Programma era di contribuire al rafforzamento delle pratiche di chirurgia dei trapianti in Italia e contemporaneamente di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della donazione degli organi. A venti anni dalla morte di Nicholas abbiamo raggiunto il Professor Brancatelli per chiedergli di raccontarci qualcosa di quella sua esperienza negli Stati Uniti
FULBRIGHT: Prof. Brancatelli nel 1999 Lei è stato il primo borsista italiano a partecipare al Programma Fulbright – Nicholas Green presso l’Università di Pittsburgh. Può raccontarci qualcosa di quei nove mesi passati negli Stati Uniti a studiare la chirurgia dei trapianti?In che modo questa esperienza ha influenzato la sua vita professionale?
PROF. BRANCATELLI: A Pittsburgh ho frequentato il Dipartimento di Radiologia del Medical Center dell’Università e contemporaneamente ho avuto la possibilità di prendere parte a tantissimi iniziative ( i.e. congressi, seminari) che si svolgevano quotidianamente nel campus e che hanno contribuito a rafforzare le mie conoscenze in materia. Ricordo che sia il personale docente che i colleghi erano estremamente d’aiuto. In particolare ricordo che durante la mia permanenza negli Stati Uniti sono sempre stato supportato e guidato dal mio mentor, il Professor Michael Federle, uno dei massimi esperti mondiali nell’ambito della Abdominal Imaging Radiologist. Il Prof. Federle è sempre stato un punto di riferimento per me e sotto la sua mentorship sono riuscito a pubblicare diversi articoli nell’ambito delle affezioni epatiche e dei trapianti.
Posso quindi dire che il Fulbright – Nicholas Green Program mi ha molto aiutato nel proseguo delle mie attività professionali permettendomi , ad esempio, di continuare ad operare nell’ambito dei trapianti presso l’ ISMETT – il primo ospedale italiano dedicato interamente ai trapianti e aperto dal Governo italiano con la partnership dell’Università di Pittsburgh- e sucessivamente presso l’Università di Parigi.
Aggiungo che le attività di ricerca e le pubblicazioni che ho portato a termine in questo periodo della mia vita sono state determinanti per ottenere poi la posizione di Professore Associato di Radiologia presso l’ateneo di Palermo.
F: Che ruolo svolge la radiologia all’interno della medicina dei trapianti?
B: La radiologia svolge un ruolo molto importante in quanto si occupa di individuare e selezionare i pazienti idonei per la donazione degli organi così da ridurre i rischi per i donatori durante e dopo l’operazione. La radiologia svolge un ruolo molto importante anche perchè impedisce che si dia corso al trapiano in pazienti affetti da patologie tumorali in stato avanzato che potrebbero essere soggetti ad una ricomparsa mentre permette di determinare la buona riuscita dei trapianti in pazienti che hanno una elevata probabilità di essere curati con successo. La radiologia, infine ,svolge un ruolo molto importante verso quei pazienti che hanno ricevuto un organo poichè permette di prevenire eventuali complicazioni post-trapianto ( i.e. stenosi vascolari, trombosi).
F: Margareth Green, la mamma di Nicholas, sostenne il Fulbright – Nicholas Green Program poichè sperava che una volta ritornati in Italia questi medici avrebbero svolto un ruolo catalizzatore nel salvare nuove vite tramite i trapianti. A distanza di venti anni come vede cambiata la cultura dei trapianti in italia?
B: Su questo tema direi che i dati in nostro possesso sono molto positivi e parlano da soli: secondo il Report 2011 del Centro Nazionale Trapianti , l’Italia, con 22 donatori per milione di persone, è terza tra i grandi paesi europei per numero di donatori, appena dopo la Spagna e la Francia e davanti al Regno Unito e alla Germania. Nello specifico la media europea è pari a 16.9 donatori per milione pertanto il dato italiano è superiore del25% rispetto alla media europea. C’è un costante trend di crescita circa il numero complessivo dei donatori (1.309 nel 2011, +0,6% rispetto all’anno precedente) in Italia e anche per quanto riguarda il numero degli organi trapianti direi che i dati sono sempre positivi (3.135: 67 in più rispetto al 2010).
F: Tra i principali obiettivi del Fulbright – Nicholas Green Program figurava lo scambio e la condivisione delle competenze acquisite negli Stati Uniti una volta ritornati in Italia. Come si è adoperato in questo senso?
B: Direi di aver raggiunto questo obiettivo – e di continuarlo a perseguire tutt’oggi – grazie alla quotidiana attività di docenza all’Università di Palermo che mi permette di condividere costantemente con i miei studenti e gli specializzandi medici quanto ho imparato durante l’esperienza negli Stati Uniti.
F: Se dovesse descrivere il Fulbright Program in 3 parole cosa direbbe? The Fulbright Program is…
B: Bridge Among Nations ed anche Changed My Life